giovedì 27 maggio 2010

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Oggi vi parlerò di quello che viene da molti considerato il bisnonno dei moderni Hack & Slash, ossai di quella branca dei giochi di ruolo (RPG) in cui si enfatizza l'aspetto di combattimento, rispetto a quello esplorativo. Tra i migliori giochi di questo genere, i primi che mi vengono in mente sono sicuramente i due Diablo, Sacred e Dungeon Sige.

Rogue vede i suoi natali nel 1980 in quella fucina di talenti della Berkeley University (California) ad opera di due talentuosi studendi Micheal Toy e Glen Wichman. Inizialmente sviluppato su sistemi Unix, il gioco venne convertito nel 1984 per sistemi MS-DOS dallo stesso Micheal Toy, regalandoci quella che a mio avviso è una delle pietre angolari del software videoludico.

Viste le sue "umili" origini, i sistemi Unix di allora non erano certamente noti per la loro potenza grafica, il mondo in cui il nostro personaggio (chiamato semplicemente hero) si muove e tutte le creature che lo popolano sono realizzati utilizzando caratteri ASCII. A prima vista tutto ciò può sembrare spiazzante ma vi assicuro che, con un po' di fantasia e di immedesimazzione muoversi in quel mondo fatto di caratteri regala ancora oggi, come allora, vivide emozioni.

Nell'immagine seguente vengono illustrati gli elementi che compongono il mondo di Rogue. Da notare l'eroe sorridente e le 26 differenti tipologie di mostri rappresentati dalle 26 lettere maiscole (B = Bat, I = Ice Monster, Z = Zombi, ecc)


La trama del gioco è piuttosto semplice: voi siete l'eroe ed il vostro compito è quello di esplorare i 26 livelli di dungeon che compongono il gioco per recuperre l'amuleto di Yendor. Una volta recuperato il mitico talismano dovrete ripercorrere a ritroso i livelli portando così a termine la vostra missione.

La pochezza grafica dell'ambiete in cui l'eroe si muove è controbilanciata da un sistema di gioco che fa invidia anche alle odierne produzioni: dungeon generati in modo casuale (mai una partita uguale all'altra), oggetti da raccogliere per potenziare il vostro personaggio (armi ed armature) e l'inevitabile elemento magico rappresentato da pozioni, pergamene, anelli e bacchette.
Se a questo aggiungiamo un bestiario di nemici molto vario ed un complesso sistema di punteggi (ispirato alle regole di Dungeons & Dragons) che determina l'esito di un combattimento, abbiamo il quadro completo di quello che può senza dubbio essere definito un capolavoro senza tempo.

La grandezza di questo gioco è testimoniata dagli innumerevoli cloni apparsi negli anni (Hack, NetHack, Moria per citarni alcuni) ed i porting effettuati verso qualsiasi sistema in grado di ospitare un videogame (non ultimo l'iPhone).

Prima di lasciarvi all'immancabile carrellata di immagini, voglio esortarvi a provare questo gioco lasciando da parte i pregiudizi che, naturalmente, l'età e l'aspetto del gioco faranno nascere in voi. Dopo un paio di partite vi troverete a fissare dicendo "ancora un livello e poi smetto!!". Rifuggite dalle moderne varianti graficamente abbellite, provate la versione con "grafica" ASCII (cercate su Google) e se il vostro PC si rifiuta di eseguirlo appoggiatevi al mitico DosBox (a presto un speciale).



Da qui ha inizio la vostra missione. 


Notate nella parte bassa dello schermo: il livello del dungeon che state affrontando, il numero di hit che potrete subire (cresce al salire di livello del vostro personaggio), l'indicatore della vostra forza, il numero di monete d'oro recuperate e la resistenza della vostra armatura.



Combattimento all'ultimo sangue con un serpente


Un'altra partita e poi smetto :o) 
(Però quasi 1000 pezzi d'oro, non male considerando che non ci giocavo da più di 20 anni)


 


L'insieme di comandi che potrete impartire al vostro eroe (si può anche salvare, cool)

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