giovedì 26 agosto 2010

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Eccomi!!! Dopo una breve interruzione, dovuta al godimento delle tanto sospirate ferie, torno, più carico che mai, a diffondere il verbo del retrogaming su PC. Per festeggiare il lieto evento oggi vi parlerò di Bombuzal, puzzle game rilasciato da Image Works nel 1988 per Amiga, Atari ST e Commodore 64 ed in seguito, nel 1989, giunto sui monitor dei nostri amati PC.



Nei panni di una melanzana (??) sminatrice dovrete muovervi, per i 130 livelli che compongono il gioco, con l'unico scopo di far detonare le bombe e le mine sparse per il quadro, evitando di essere coinvolti nella fatale deflagrazione. Il terreno di gioco è composto da una serie di mattonelle di varia natura su cui potrete muovermi, più o meno, liberamente per raggiungere gli ordigni esplosivi. Una volta raggiunta una bomba la pressione del tasto azione (la barra spaziatrice) farà partire il conto alla rovescia che, vi consentirà di abbandonare la casella su cui vi trovate per assistere incolumi all'esplosione (si spera!!). La presenza di bombe di diverse dimensioni, vi permetterà di innescare spettacolari reazioni a catena indispensabili per completare il livello con successo (ma decisamente pericolose se innescate senza la un'adeguata spremitura di meningi).

L'arsenale bombarolo del gioco è di tutto rispetto:

  • bombe piccole: distruggono solamente la casella su cui sono appoggiate e le eventuali bombe adiacenti (sono le uniche che esplodendo non vi uccidono a meno che non restiate come degli allocchi sulla casella o vi buttiate nel vuoto per evitare la deflagrazione)
  • bombe medie: distruggono cinque caselle, quella su cui sono appoggiate e le quattro adiacenti
  • bombe grandi: distruggono 13 caselle, quella su cui sono appoggiate, le otto che la circondano e ulteriori quattro, una per ognuna delle direzioni
  • bombe "gonfiabili": crescono dalla dimensione piccola a quella grande per poi rimpicciolire e quindi ricominciare il ciclo. Una volta attivata provoca i danni della bomba corrispondente all'atto dell'innesco
  • bombe telecomandate: hanno le stesse caratteristiche delle bombe regolari ma quando esplodono fanno detonare tutte le altre bombe telecomandate del quadro

Discorso diverso per le mine che, per definizione, esplodono se calpestate. Per completare il livello sarà quindi necessario coinvolgere in reazioni a catena innescate da una bomba. Nel gioco potrete incontrare mine piccole e medie che hanno lo stesso potere deflagrante delle corrispettive bombe.

A complicare il vostro già arduo compito ci pensano il tempo limite in cui dovrete completare il livello, i mostriciattoli Sinister (si muove continuamente per il livello e può svoltare solo a sinistra) e Dexter (come il precede ma svolta solo a destra) e la conformazione del terreno di gioco. Lo scenario, su cui il vostro personaggio su muove, è formato da:
  • mattonelle normali: possono essere attraversate in sicurezza e vengono distrutte dalla esplosioni
  • mattonelle metalliche: sono indistruttibili alle esplosioni (una sorta di isola felice)
  • mattonelle "crepate": si spezzano quando le attraversate
  • mattonelle ghiacciate: entrandovi continuerete a scivolare nella stessa direzione fino al raggiungimento di una mattonella non ghiacciata
  • mattonelle respingenti: entrandovi verrete spinti, casualmente, in una delle quattro direzioni
  • mattonelle teletrasporto: teletrasportano il protagonista su si una mattonella predefinita (non nota a priori, dovete provare!)
  • mattonelle con rotaia: le bombe su una di questa mattonelle possono essere raccolte, trasportate e depositate sulle rotaie adiacenti
  • mattonelle interruttore: se calpestate fanno apparire una nuova mattonella in una locazione predeterminata (calpestandola nuovamente, la nuova mattonella scompare)

Nel livelli più avanzati la nostra melanzana potrà prendere il controllo di due droni: Bubble e Squeak. Il primo può effettuare le stesse operazioni del protagonista, il secondo esplode al contatto con la prima bomba o mina.

Ecco fatto, questi sono gli ingredienti di questo appassionante gioco che vi terrà letteralmente incollati allo schermo rapiti dalla sindrome "ancora un livello e poi smetto", grazie alla difficoltà ben calibrata, che svela pian piano i vari elementi del gioco, e al sistema di password (una ogni otto livelli) che non vi costringerà ogni volta a riaffrontare tutti i livelli già completatati. Mi scordavo di dirvi che in ogni momento potrete premere il tasto M per visualizzare la mappa del terreno di gioco ... un aiuto non da poco!!

Graficamente il gioco sfoggia una buona grafica EGA a 16 colori, peccato non sia sfruttata la VGA ma, anche su Amiga ed ST non è che il titolo facesse gridare al miracolo!
Il gioco può essere affrontato sia con visuale isometrica che in modalità a volo d'uccello. La prima è senz'altro più spettacolare ma la seconda risulta decisamente più comoda ed intuitiva, soprattutto nei movimenti.

 
Le due visuali di gioco di Bonbuzal

Il sonoro è affidata al povero speaker interno che purtroppo non rende giustizia alla colossali deflagrazioni, peccato perché qualcosa di più si poteva sinceramente fare. In ogni caso, questi due difetti non minano (in questo gioco più che mai!!!!) assolutamente la buona giocabilità del titolo.

Prima di congedarmi con l'immancabile filmato, in cui il vostro blogger preferito si cimenta nei primi sei livelli del gioco (dando sfoggio di morti veramente imbarazzanti), vi lascio con una curiosità relativa al titolo: alcuni livelli di gioco sono stati "progettati" da autentici guru quali: Jon Ritmam (Head over Heels, Batman ... il mago dello Spectrum), Jeff Minter (Revenge of the Mutant Camels, Sheep in Space ... un pazzo!!!), Geoff Crammond (REVS, The Sentinel, Stunt Car Racer) e Andrew Braybrook (Uridium, Paradroid) ... mica bruscoletti :o)

Correte a giocare a Bombuzal!!!!

giovedì 5 agosto 2010

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In principio fu Battlezone, con cui l'Atari, nel 1980, portò in sala giochi il primo simulatore futuristico di carro armato, con visuale in prima persona e grafica 3D vettoriale (wireframe, letteralmente fil di ferro). Nel 1983 arriva Stellar 7 per C64 e Apple II: la grafica è ancora vettoriale ma, la giocabilità è sensibilmente migliorata grazie al riadattamento, del gioco a cui si ispira, alle caratteristiche degli home computer. Nel 1990, grazie a Dynamix, giunge sui monitor di Amiga e PC un remake con grafica a poligoni pieni, coloratissima e ancor'oggi molto piacevole.
Se questo breve preambolo vi ha incuriosito, continuate a leggere per scoprire i segreti di quest'ennesima perla del retrogaming ...


Gir Draxon, signore supremo dell'impero Arcturiano ha dichiarato guerra alla federazione terrestre. In risposta all'attacco nemico, i leader della terra inviano le proprie flotte verso il sistema nemico, per intercettare le armate nemiche e porre fine alla minaccia di invasione. Purtroppo, e te pareva, gli Arcturiani hanno scoperto i warplink, sistema di "cunicoli" interdimensionali lasciati da un'antica razza aliena, che permettono di muoveri istantaneamente tra diversi punti della galassia. Con la flotta lontana dal pianeta e gli invasori ormai giunti su Titano, luna di Saturno ... per la Terra sembra giunto in momento del tracollo. L'unica speranza di ribaltare la situazione risiede nel Raven, futuristico tank corrazzato, e in voi, impavido pilota ai suoi comandi.

Gir Draxon in tutto il suo "splendore"

Il gioco si articola in sette differenti missioni, una per ognuno dei sistemi che dovrete visitare: si parte dal sistema solare per arrivare fino a quello Arcturiano in cui si svolgerà lo scontro finale con il prefido Draxon. Sui diversi pianeti, benché morfologicamente differenti e popolati di orde nemiche differenti, avrete un solo scopo ... blastare a più non posso i nemici, raggiungere il warplink ed arrivare così al pianeta successivo ... fino alla battaglia finale.

A supporto della vostra opera di sterminio il Raven mette a disposizione il suo avvenieristico equipaggiamento: il radar per individuare i nemici nell'immenso campo di battaglia, gli scudi per resistere, per un po', alle bordate nemiche e il fido cannone, a proiettili infiniti, con cui "ammorbidire" le corazze dei mezzi avversari. Se questo non bastasse, il gioco propone interessati power up quali, il super cannone, le mine, il turbo boost, per schizzare fuori dalle situazione "imbarazzanti", ed il sistema di occultamento. L'utilizzo dei potenziamenti deve essere parsimonioso in quanto, le possibilità di ricarica non sono molte (stesso discorso per gli scudi).

Il gioco, come da cliché di quegli anni, è improntato sulla frenesia e sull'azione sacrificando la componente strategiaca anche se, i combattimenti con i boss di fine livello, sono tutt'altro che banali e non si risolveranno semplicemente sparando all'impazzata.
Molto vario l'assortimento dei nemici tra cui, mezzi di terra (tank , overcraft e slitte da battaglia), mezzi aerei, torrette lanciamissili, droni e molti altro ... insomma c'è di che divertirsi :o)

Fin dalla presentazione si intravede la cura dedicata al comparto grafico dai programmatori anche se, il meglio di se, il gioco, lo dà nelle sessioni di combattimento con modelli poligonali ben realizzati e fondali ricchi di colori e sfumature. Molto buona la fluidità, a patto di avere un computer sufficientemente pompato, che contribuisce ad aumentare la frenesia degli scontri. Ottimo il sonoro, con musiche di sottofondo sintetizzate ed
effetti campionati (compreso il parlato nella sequenza introduttiva), con buona pace dei neo possessori di Sound Blaster.
Per scorrazzare a bordo del Raven ed utilizzare i suoi armamenti potrete avvalervi del mouse, della tastiera o del joystick ... sarà ma io continuo a preferire la tastiera per via del numero di tasti utilizzabili (le frecce per i movimenti, lo spazio per sparare, tab ed invio per scorrere i power up e selezionarli) in ogni caso, in quanto artefici del vostro destino, spetterà a voi scegliere il sistema di controllo che meglio si adatta al vostro stile.

 
Due azioni di combattimento

Volendo cercare il pelo nell'uovo, il titolo pecca in longevità in quanto, una volta acquisita sufficiente confidenza con il sistema di controllo del vostro mezzo e con gli armamenti, non faticherete molto a sconfiggere il perfido Gir Draxon. Manca inoltre qualsiasi sistema di salvataggio forse per retaggio dei sistemi su cui il titolo fu originalmente sviluppato o forse, per incrementare la longevità.

Ottima anche la versione Amiga, penalizzata dal numero inferiore di colori, ma identica in tutto e per tutto alla versione PC.

Vi lascio l'ormai tradizionale filmato che illustra il gameplay meglio delle centina di caratteri che vi siete fin ora sciroppati :o)

mercoledì 4 agosto 2010

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Da alcuni mesi, sulla scena del retrogaming italiano, è comparso Re.BIT, pubblicazione digitale dedicata alle vecchie glorie videoludiche e non solo. Da amante degli argomenti trattati ho trovato, fin da subito, la rivista molto valida ed interessante, sia per i contenuti, sia per la sua impostazione grafica che ricalca da vicino la pubblicazione regina della stampa videoludica italiana: ZZap!

Non vi nascondo la mia felicità ed il mio entusiasmo quando fui contattato da uno dei redattori per entrare a far parte della team redazionale. Ovviamente ho accettato al volo e quindi, oggi, in occasione dell'uscita del nuovo numero mi concedo questo post autocelebrativo per festeggiare la mia prima recensione dedicata, ovviamente, ad un classico della ludoteca PC: Space Quest I - The Sarien Encounter.  Grazie al mio modesto contributo, d'ora in poi, troveranno spazio, tra le pagine della rivista, recensioni ed articoli dedicati ai gloriosi sistemi MS-DOS.

Il mio invito è quello di buttarvi a capofitto sulla pagina ufficiale di Re.BIT e gustarvi tutto d'un fiato i tre numeri usciti finora, magari in spiaggia con il vostro iPad nuovo di pacca :o)

Colgo l'occasione per ringraziare tutti i menbri dello staff per avermi reso partecipe dei questa fantastica avventura. Lunga vita a Re.BIT!!!

Eccovi il link ... buona lettura e mi raccomando, lasciate il vostro commento al post ufficiale su  Retrogaming History ... è un lavoraccio e il vostro supporto è essenziale :o)
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Eccoci arrivati alla soluzione della terza edizione del quizzone di PC Retro Games. Come la volta precedente approfitto dell'occasione per proporvi una mini recensione dei titoli, sperando di farvi cosa gradita.

Ahhh ... dimenticavo di dirvi che questa volta abbiamo un vincitore. Grazie ad Alessandro per aver partecipato e a lui, se ne avrà voglia, la possibilità di pubblicare la sua retro recensione sul blog.

Alla prossima ...

Space Quest III - The Pirates of Pestulon
1989, Sierra On-Line
per PC, Amiga, Atari ST, Macintosh

La terza avventura dell'eroe spazzino Roger Wilco inizia dove terminava il capitolo precedente: dopo aver sconfitto il malvagio Vohaul ed essere fuggito a bordo di una navetta di salvataggio, Roger viene recuperato, alla deriva nello spazio, da una nave-pattumiera ritrovandosi così su di un cumulo di rifiuti. Dopo aver rimesso in funzione un vecchio incrociatore, l'Aluminum Mallard (letteralmente germano reale di alluminio, ovviamente presa in giro del celebre Millenium Falcon), Roger abbandona l'astro pattumiera e parte per far ritorno al suo pianeta natale, Xeno. Durante il viaggio viene però a conoscenza che Elmo Pug capo della malvagia ScumSoft (uhm ... mi ricorda qualche cosa) ha fatto rapire i suoi creatori i Two Guys from Andromeda, per costringerli a lavorare per lui. Al nostro eroe resta altra scelta che partire alla volta del pianeta Pestulon, sede della ScumSoft, per liberare i due programmatori.
Nuovo capitolo della saga Space Quest ed ennesimo successo della Sierra On-Line. Grazie al nuovo motore SCI (Sierra's Creative Interpreter), evoluzione dell'ormai vetusto AGI, la grafica è più bella e dettagliata e le schede sonore, compresa la nuovissima Sound Blaster, sono sfruttate a dovere. I movimenti del protagonista si controllano tramite mouse, mentre per effettuare un'azione si deve utilizzare l'amato/odiato interprete dei comandi (anche questo decisamente migliorato rispetto ai giochi precedenti).  
Divertente e dissacrante come al solito Space Quest III è un titolo che merita senza dubbio di essere giocato.

Dune
1992, Cryo Interactive e Virgin Games
per PC, Amiga e Sega CD


Il primo videogioco ispirato all'omonimo ciclo di romanzi di Frank Herbert, fonde magistralmente diversi generi videoludici regalandoci un'esperienza di gioco unica nel suo genere.
Il gioco attinge principalmente dalla trasposizione cinematografica del primo romanzo, diretta da David Lynch nel 1984,  tanto che i protagonisti principali presentano notevoli con i rispettivi attori.
Nei panni di Paul Atreides dovrete guidare la vostra casata, gli Atreides, alla conquista del pianeta Dune ed alla sconfitta della casata rivale degli Arkonnen.
Come anticipato il gioco fonde diversi generi videoludici. La componente avventuriera, con visuale in prima persona, prevede l'esporazione delle varie locazioni del pianeta e l'interazioni con i personaggi secondari. La componente strategica, con vista a volo d'uccello, prevede la gestione delle proprie truppe e, nelle fasi più avanzate, quella delle coltivazione delle specie vegetali che espandendosi, distruggono la spezia, innalzano il morale dei propri eserciti ed indeboliscono i nemici. Abbiamo infine una componente ispirata ai simulatori di volo in cui il protagonista pilota l'orinitottero ed i vermi della sabbia.
Un titolo grandioso, forse il migliore tra quelli ispirati alla serie fantascientifica!!!

Karateka
1986, Brøderbund
per PC, Atari ST, C64, Apple II, ...


Jordan Mechner, in seguito autore del grande Prince of Persia, inizia a mettere in bella mostra le proprie capacità con questo ottimo titolo di arti marziali.
Il malvagio Akuma ha appena distrutto il vostro villaggio e rapito l'amata principessa Mariko. Dopo aver raggiunto la sommità del monte, da cui si staglia il palazzo del cattivone, dovrete duellare con le guardie che vi sbarrano la strada fino ad arrivare, allo scontro finale con lo scortese padrone di casa e alla liberazione della bella principessa.
Durante i combattimenti sono disponibili, oltre alla parata, sei diversi tipi di attacco equamente distribuiti da calci e pugni. Il protagonista ha una sola vita ed il numero di colpi che può incassare è rappresentato da una serie di triangolini rossi, esauriti i quali arriva impietoso il game over. La barra dell'energia si ricarica lentamente, nella fasi di combattimento, evitando di essere colpiti. La meccanica di gestione degli hit point vale anche per gli avversari (la cui energia è rappresentata da una barra di tringolini blu).
Nonostante la grafica CGA, il gioco si fece notare per la bontà ed il realismo delle sue animazioni che avrebbero raggiunto il culmine nelle avventure del Principe di Persia. Caliamo un velo pietoso sul sonoro gracchiato dal PC Speaker.
Il primo gioiello di un grande dei videogames, da provare!!!

Operation Stealth
1990, Delphine Software
per PC, Amiga e Atari ST

"Il mio nome è Glames, John Glames. Sono un agente segreto della CIA, incaricato di recuperare il prototipo del nuovo caccia F-19 Stealth Figher, rubato dalla base aerea di Miramar. Gli indizi mi hanno portato nella repubblica di Santa Paragua e da qui iniziano le mie indagini ..."

Questa è la premessa della seconda incursione della francese Delphine nel campo delle avventure punta e clicca. L'engine Cinematique dimostra ancora una volta la sua bontà del punto di vista grafico e sonoro, mostrando però il fianco per via del sistema di controllo, basato su di un menu popup, un po' legnoso. Un titolo dignitoso minato però dalle troppe sequenze arcade decisamente mal realizzate, che cercano di ricreare il dinamismo dei film di James Bond.
Consigliato solo se siete avventurieri in crisi di astinenza.

Face Off!
1989, Gamestar e MindSpan


I MindSpan forti del successo di HardBall, titolo dedicato al baseball, si concedono il lusso di questa escursione nel mondo dell'hokey su ghiaccio. Il risultato è un titolo decisamente godibile sia nelle fasi di gioco vero e proprio sia in quelle manageriali in cui potremo gestire i nostri atleti, partecipare la mercato, studiare formazioni, preparare schemi e via discorrendo. Se avete avuto l'occasione di seguire qualche partita della NHL (la lega hokey americana), saprete che in questo sport, più che in altri, spesso e volentieri i diverbi tra gli atleti si trasformano in scazzottate da saloon. Ebbene, anche questo aspetto è riprodotto molto bene dal gioco: la visuale di gioco passa da tre quarti (utilizzata per le partite) a quella laterale in cui i due contendenti sono inquadrati alla picchiaduro intenti a scambiarsi mazzate micidiali. A voi il compito di tenere alto l'onore della vostra squadra!
L'hokey non è uno sport popolarissimo dalle nostre parti ma questo divertente titolo si merita una chance.

Ultima VI: The False Prophet
1990, Origin System
per PC, Amiga, Atari ST e C64

L'avatar, l'eroe delle serie, è comodamente sdraiato sulla sua poltrona a guardare l'ultima puntata di "Chi vuol essere milionario" quando un sacerdote gargoyle, attraverso un moongate, lo riporta, suo malgrado, nel magico mondo di Britannia. Legato ad un altare sacrificale, pronto ad essere immolato alle divinità demoniache viene salvato dai suoi fedeli compagni di avventura Iolo, Shamino e Dupre. Giunto al castello di Britannia, l'eroe, scopre che i Santuari delle Virtù sono stati conquistati dai gargoyle. A voi il compito di aiutarlo nel liberare il mondo dal nuovo invasore. 
Grazie allo sviluppo nativo su PC il mondo di Ultima non  è mai stato così colorato, dettagliato e pulsante di vita. Un mondo immenso da esplorare, epiche battaglie da combattere, centinaia di segreti svelare ed una misteriosa profezia da confutare sono gli ingredienti di questo grandissimo RPG.
Capolavoro!!!

lunedì 2 agosto 2010

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Nel 1990 la Thalion, software house molto nota tra gli utenti Amiga, rilascia il videogame più amato dagli insegnati di chimica ... se volete sapere il perché di questo colpo di fulmine, continuate a leggere ...


Fin dalla schermata dei titoli, con il faccione di Albert Einstein in primo piano, si capisce che questa volta di blastere alieni a bordo di astronavi atomiche non se ne parla; Atomix appartiene al genere dei puzzle games ossia dei giochi in cui, la riflessione è l'elemento fondamentale per avanzare. Nella sua accezione più generale questo genere di giochi si basa su forme, colori, simboli che il giocatore deve manipolare, direttamente o indirettamente, per ricostruire un determinato pattern.

Nel caso specifico del titolo Thalion il nostro scopo è quello di riunire gli atomi, sparsi nella "stanza" che fa da terreno di gioco, per formare la molecola richiesta (visualizzata nella parte in basso a sinistra dello schermo).

Il primo livello di Atomix 
- nel riquadro a sinistra la molecola dell'acqua che dovremo ricostruire -

La meccanica di gioco prevede che, una volta selezionato un atomo, questo possa essere mosso nelle quattro direzioni cardinali e che la sua corsa si arresti solo quando si incontra un muro o un altro atomo. Detto così può sembrare tutto facile ma vi assicuro che, con il passare dei livelli, con molecole sempre più complesse e stanze sempre più angustie l'impresa sarà tutt'altro che agevole. A complicare il tutto ci si mette pure il tempo: ogni livello deve essere completato entro un dato lasso temporale, scaduto il quale ci verrà presenta l'odiata schermata di game over. Per spezzare un po' il ritmo ogni cinque livelli, ci verrà proposto un quadro bonus in cui dovremo disporre, con la stessa dinamica di movimento del gioco principale, della ampolle, riempite in varia misura, per ricalcare il pattern proposto nel solito riquadro sulla sinistra. Minore sarà il tempo utilizzato per completare il livello maggiore sarà l'incremento del punteggio.

 
Ecco cosa intendo per molecole complesse, e pensare che è solo l'ottavo livello (1-propanolo)
Il livello bonus

Il gioco propone cinquanta livelli che donano al titolo un discreta longevità incrementata ulteriormente dalla scelta, scellerata, di non utilizzare alcuni sistema di salvataggio. Purtroppo avete capito bene ... ad ogni partita dovrete ricominciare dall'inizio ripercorrendo tutti i livelli già risolti. Una scelta alquanto discutibile che, a mio avviso, mina non di poco la voglia di arrivare fine in fondo. Sicuramente un sistema basato su password, proposte al termine di ogni livello bonus, sarebbe stata una scelta ragionevole.

Graficamente, pur senza far gridare al miracolo, il titolo compie egregiamente il suo dovere anche se, in questo tipo di giochi, la grafica è solitamente un fattore secondario. Il sonoro è putroppo completamente assente, anche in questo caso non è che sia un elemento essenziale per la giocabilità ma qualche beep qui e la non avrebbe guastato ... pazienza.

Vi lascio ricordandovi che il titolo è disponibile anche per Amiga, Atari ST e C64.

Eccovi il video con il vostro blogger preferito intento a completare a tempo di record i primi quattro livelli, bloccandosi poi mestamente all'inzio del quinto :o)