venerdì 7 gennaio 2011

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Se come me siete affascinati dei misteri dell'antico Egitto, se ogni anno vedete almeno una volta Stargate, I dieci comandamenti e La Mummia (l'originale del 1932, mi raccomando) e se da bambini avete sognato di esplorare le tombe dei faraoni in cerca di tesori sepolti da secoli, questo è il gioco che fa per voi ...


Nel 1990 un giovane programmatore, George Broussard titolare della Micro F/X Software, va a bussare alla porta della neonata Apogee Software in cerca di un distributore per il suo Pharaon's Tomb. Tra Scott Miller (fondatore di Apogee) e Broussard l'intesa è immediata e questa prima collaborazione segna l'inizio di un proficuo rapporto che, in seguito, porterà sui nostri monitor uno dei personaggi più noti del panorama videoludico PC. Sto ovviamente parlando di Duke Nukem, eroe sboccato e nerboruto che in più di un'occasione si è speso per la salvezza della terra e del genere umano. Dopo questa breve digressione, opportuna per inquadrare il calibro del personaggio ed il periodo di fervore della piattaforma PC/MS-DOS torniamo a parlare del titolo oggetto di questa recensione ...
Nel gioco saremo chiamati a vestire i panni di Nevada Smith, giovane e brillante assistente universitario, i cui successi come esploratore e cercatore di tesori sono sempre stati "rubati" dal docente da lui assisito. Stanco di questa vita priva di riconoscimenti, Nevada decide di impossessarsi di una delle antiche mappe da lui recuperate, custodita nello studio del professore, e di partire alla ricerca dei tesori celati nella profondità della piramide del faraone. Quello che vi ho appena narrato è il breve preambolo che introduce il primo episodio della quadrilogia di Pharaon's Tomb: Raiders of the Lost Tomb (I predatori della tomba perduta, titolo vagamente ispirato alla prima avventura di Indiana Jones!!). Coerentemente con la strategia di distribuzione Apogee (il famoso Apogee Model) questo episodio venne rilasciato gratuitamente con la possibilità di acquistare, per corrispondenza, i rimanenti tre (insieme al manuale cartaceo).

Il gioco inizia con Nevada ai piedi della piramide del faraone pronto ad entrare nei suoi meandri alla ricerca di favolosi tesori. Ovviamente, la sua epica impresa sarà disturbata dai numerosi guardiani e dagli innumerevoli tranelli collocati ad arte per scoraggiare i profanatori ... a voi il compito di attraversare indenni i venti livelli che compongono il gioco accumulando ricchezze fino al ricompensa finale, collocata nell'antro del sarcofago.

Nevada inizia la sua discesa nei meandri della tomba del faraone

Pharaon's Tomb si presenta come uno classico plaftorm old-school, niene scrolling ma livelli a schermate fisse in cui saremo chiamati a recuperare la chiave dorata che ci concederà l'accesso al quadro successivo (raggiungibile tramite la porta di egual colore). A complicare la traversata, nemici di aspetto minaccioso, mortali dispositivi (punte acuminate, feritoie da cui vengono sparati letali proiettili, spunzoni che ritmicamente scendono dal soffitto, piattaforme semoventi, ecc) e le eventuali chiavi accessorie (di color rosso) necessarie a raggiungere quella dorata. Unica arma vostra arma di difesa i giavellotti che potrete scagliare contro i nemici per arrestarne l'avanzata. Il numero di giavellotti non è però infinito (ne potrete trasportare al massimo cinque) e dovrete recuperarli nel corso dei livelli alla stregua dei tesori ... usateli quindi con parsimonia (i mostri possono essere saltati agevolmente la maggior parte delle volte). Realisticamente, il gioco non consente il lancio del giavellotto qualora siate nelle immediate vicinanze del bersaglio, prestate quindi attenzione anche a questo particolare nell'ingaggiar duello.

 
Il secondo e terzo livello del primo episodio

Come avrete letto e notato dalle immagini, il gioco si ispira fortemente al classico dei Partner Brothers, Montezuma's Revenge (1984), di cui vi propongo uno snapshot.

Montezuma's Revenge nella sua incarnazione per PC/MS-DOS

Confrontando le due immagini la prima cosa che balza all'occhio è la somiglianza della grafica che, in entrambi i giochi, si basa sui quattro colori messi a disposizione dallo standard CGA. Mi par di vedere la vostra faccia sbigottita intenti a domandarmi: "ma com'è possibile? nel 1990 quando la VGA ormai la faceva da padrona un gioco CGA?". La domanda è più che lecita, e la risposta del programmatore per "giustificare" tale scelta fu quella di garantire la giocabilità anche su sistemi non proprio al passo con i tempi. La mia personale opinione è però che questo titolo vuol essere prima di tutto un tributo da parte di Broussard ai giochi che lo avevano fatto sognare (già allora esisteva il fenomeno del retrogaming!!!!). In ogni caso non fatevi ingannare dai limiti grafici e sonori (pochi gracidii prodotti dal beeper interno) perché Pharaon's Tomb reca con se tutti gli elementi che tanto avevamo apprezzato nei titoli della generazione sessantaquatrista, a partire dalla straordinaria giocabilità che ci obbliga a giocare e rigiocare fino alla fine del gioco.


 
Due livelli particolarmenti articolati

L'unico appunto che mi sento di muovere al titolo è la possibilità di restare bloccati all'interno del livello in caso di errore. Ad esempio, all'inizio del livello tre (di cui c'è un'immagine poco sopra) sbagliando il salto iniziale ci troveremo impossibilitati a recuperare la chiave e quindi costretti a ricominciare il gioco, tornando alla schermata dei titoli. Di contro all'inizio di ogni quadro è prevista, premendo il tasto S, la possibilità di salvare i progressi per non essere costretti ogni volta a ricominciare dall'inizio.

La longevità del titolo non è eccelsa, i venti livelli del primo episodio si concludono abbastanza in fretta (benché siano tutt'altro che semplici soprattutto quelli più avanzati) ma, se consideriamo che ci sono altri tre episodi (tutti rilasciati come freeware e liberamente scaricabili dal sito della Apogee/3DRealms), si arriva ad un totale di 80 livelli che sono più che sufficienti per garantire una duratura esperienza di gioco.

Per concludere due parole sul sistema di controllo selezionabile tra joystick e tastiera. Se deciderete di affidarvi a quest'ultima: le frecce direzionali per muovere il protagonista, la barra spaziatrice per saltare ed il tasto F per scagliare i giavellotti.

Prima di lasciarvi all'immancabile video in cui mi destreggio con alterne fortune in alcuni livelli, vi propongo un paio di curiosità legate al titolo:

  • Come il protagonista di Montezuma's Revenge, Panama Joe, il nome Nevada Smith si ispira al cacciatore di tesori per eccellenza, lo spilberghiano Indiana Jones (Nevada, Panama ed Indiana nord americani)
  • Nella schermata dei titoli il programmatore ha scritto in modo errato il suo nome: George Broussad (manca una r)



PS
Mi sono scordato di una cosa importante, l'engine del gioco (FAST, Fluid Animation Software Technology) per agevolare il "lavoro" dei processori meno evoluti, considera gli oggetti di ampiezza pari a quella del rettangolo che li contiene (la bounding-box). Di conseguenza è con questa che dovrete fare i conti quando vi avvicinate alle varie amenità (ad esempio per superarle con un balzo). Questa tecnica permette di semplificare la gestione delle collisioni ma rende alcune dinamiche di gioco meno chiare.

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