L'ingresso del museo |
Il ViGaMus si trova nella parte nord di Roma ed è facilmente raggiungibile tramite diverse linee di autobus urbani, l'unico consiglio che vi do è quello di evitare di partire subito dopo i pasti visto che, gli autisti romani guidano come dei pazzi e le strade di sampietrini non facilitano la digestione. Giunto quindi in quel di Via Sabotino 4, davanti ai miei occhi si staglia un palazzo sul cui ingresso troneggia uno striscione su cui si legge l'acronimo ViGaMus (che per chi non l'avesse capito, come testimonia il l'immagine poco sopra, sta per VIdeo GAme MUSeum); a guardia dell'ingresso i "simpatici" alieni di Space Invaders pronti ad attaccare ogni malintenzionato.
Cheese!!! |
Dopo aver corrisposto il prezzo d'ingresso, inizio a seguire il sentiero marcato dall'immortale Pac-Man e dalle sue golosissime palline: davanti ai miei occhi si spalanca buona parte della storia dei videogame. Ordinatamente esposti in bacheche, poste al centro e ai lati di un lungo stanzone, si trovano i computer e le console che hanno fatto la storia di un'arte ormai quarantennale. Ogni pezzo è accuratamente etichettato, con nome e data di produzione, e le pareti sono "adorne" di interessanti monografie che trattano personaggi, giochi e sistemi che particolarmente si sono distinti in questa lunga evoluzione. Grazie a questo meticoloso lavoro classificazione, mi sono tolto lo sfizio di vedere in prima persona alcuni pezzi che fino all'altro giorno avevo potuto ammirare solo sulle pagine del web: il piccolo e carinissimo ZX81, il fantasmagorico (per i tempi) ColecoVision, l'inutile CD-I della Philips ed il tanto decantato TI-99 della Texas Instruments (si Gekido, lo conoscevo solo grazie al tuo splendido articolo su Re.BIT!!!). E se alcuni pezzi li conoscevo solo di nome, altri li ignoravo completamente: l'APF TV FUN (scopro leggendo su Wikipedia che si tratta di uno dei tanti cloni di PONG), l'UNIVERSUM Color-Multi-Spiel (console multi-gioco basata sempre su PONG), la ZANUSSI Play-o-Tronic (la prima console italiana, ancora basata su PONG) e il Phonola Teleflipper (ancora Italia e ancora varianti di PONG).
Qua e la, fanno bella mostra giochi originali perfettamente conservati che non dimostrano assolutamente i decenni che ormai si portano sul groppone; da buon PCista, non ho potuto evitare di soffermarmi ad ammirare (e fotografare) i due floppy-disk (rigorosamente da 5 1/4) di Doom ricevuti, probabilmente per posta, da colui che ha donato questo pezzo al mueso.
Completata la traversata della lunga "navata" centrale (cercando di governare l'impulso di infrangere una vetrina, arraffare tutto il possibile per poi darmi alla fuga), mi dedico ai locali laterali in cui trovano posto: un paio di stanze con varie postazioni di gioco (compresi alcuni coin-op), un cantuccio in cui provare un postazione di gioco 3D (con tanto di occhialetti) ed un ampia sala conferenze.
Basta! Puzzle Bobble non lo sopporto più!!! |
Cristiano: "Lo conosci il nostro sito?"
Io: "Uhm, effettivamente no pero' provvedo subito. E tu hai lo conosci il mio blog?"
Cristiano: "Uhm, no dammi l'indirizzo"
Io: "Io scrivo su Re.BIT e curo una sezione dedicata alla programmazione assembly per C64"
Cristiano: "Allora caschi a fagiolo, io ho scritto un gioco per Nintendo DS e programmo per ORIC-1"
Io: "Ma dai che figata!! Scambiamoci l'amicizia su Facebook!"
Cristiano: "Alla grande!"
Il dialogo sui massimi sistemi si conclude con strette di mano, foto di gruppo (la trovate nella galleria al fondo del post) ed il dono di una simpatica spilletta che conserverò gelosamente.
La visita si conclude con un partitina a Fix-It Felix Jr., il coin-op a cui si ispira "Ralph Spaccatutto", i saluti di rito ed un arrivederci alla prossima visita :o)
Se a questo punto vi chiedete quali siano le mie impressioni ... bene eccole qua: l'ambiente del ViGaMus è veramente accogliente ed è un un belvedere fin dall'ingresso grazie all'evidente cura posta nella fase di allestimento. Le numerose "opere" in esposizione sono perfette e mostrano solo in minima parte i segni del tempo, che ohimè scorre impietoso. Le monografie sono interessanti e riescono, anche se in poche righe, a trasmettere con chiarezza il tema di cui trattano. Le postazioni interattive, pur se non moltissime, permettono di provare con mano alcune delle macchine più rappresentative del panorama videoludico.
Ma allora son tutte rose e fiori? Beh, non esageriamo alcuni difetti ci sono! Prima di tutto, pur essendo numerose le macchine in mostra, mancano, nella maggior parte dei casi, schede (magari anche tecniche) dei singoli oggetti (lo dimostra il fatto che per recuperare informazioni relative ad alcune console mi sono dovuto avvalere della consulenza di Wikipedia). E tenendo conto che, pur non avendo una conoscenza enciclopedica come quella di Gekido, anche io, che non mi reputo uno sprovveduto, in alcuni casi mi sono trovato spiazzato penso a cosa possa restare ad un giovanotto che vuole avvinarsi a questo mondo innegabilmente affascinante. La spiegazione che mi sono dato di fronte a questa "mancanza" è quella della carenza di spazio: il museo è effettivamente piccolino e per forza di cose gli oggetti in esposizione finiscono con l'essere un po' ammassati uno vicino all'altro. Il mio sogno sarebbe quello di avere a disposizione una postazione di prova per ogni singolo pezzo (vabbè forse sto esagerando ... però sarebbe veramente una manna!).
L'ultimo appunto (piccolo, piccolo) lo faccio al prezzo: otto eurini non sono tanti ma neppure pochi (anche se è vero che per "scalare" il cuppolone bisogno sborsare ben 5€!!) ... speriamo che i fondi servano al ViGaMus per estendere l'area espositiva e contribuire a realizzare il mio desiderio (non il MameCAB ... che cosa avete capito!!!).
Vi saluto lasciandovi un piccola galleria fotografica della mia visita ... alla prossima!!